Due omaggi a Dante declinati in diverse arti

Quest’anno alla Notte dei Lettori ci siamo anche noi, oltre che per la pluriennale collaborazione con la Libreria Mondadori Mondolibri Udine, anche con il nostro nuovo spettacolo della Compagnia.

Venerdì 9 alle 18 in Piazza Venerio lettura di alcuni canti di Dante in friulano con scenografia di incisioni di Dorè
Sabato 10 alle 21 al Parco Desio ai Rizzi spettacolo tratto dal fumetto di Dylan Dog sui 7 vizi capitali

Divina e Sublime, Reson e Amôr
Canti scelti della Divina Commedia dalla traduzione in friulano di Aurelio Venuti edita da KappaVu, arricchita dalle musiche di Alessio Velliscig, con il violoncello di Antonio Merici. Regia di Arianna Romano
Lettura scenica a cura di Lorenzo Zamolo e Luca Piana della Compagnia teatrale Ndescenze dell’Associazione Espressione Est, con scenografie illustrate dalle incisioni di Gustave Dorè. 

Le possibilità espressive del friulano rendono le finezze e le sfumature della poesia, senza intaccare la struttura metrica, che è tutt’uno con la sostanza spirituale dell’opera dantesca.
Le vedute notturne e crepuscolari annientano l’ele

mento umano e, con suggestioni religiose, rendono la tensione tra l’uomo e la Natura, con uno stupore ammirato e una grandiosità sospesa, che esprime la poetica del Sublime.
Il sentire del Romanticismo, con un inquieto mondo soprannaturale e fantastico, è il visionario interprete del Medioevo.

“Sette Anime” la nuova produzione della Compagnia teatrale Ndescenze
Sempre collegato con la ricorrenza dantesca, proponiamo il nuovo spettacolo che la nostra compagnia è riuscita comunque a realizzare, nonostante il periodo di difficoltà per le attività teatrali. Prove individuali, lezioni online e approfondimenti tecnici e teorici in piccoli gruppi sulla creazione del personaggio, ci hanno permesso di preparare la rappresentazione prevista per il 2021, mantenendo vivo ed attivo il gruppo.
Lo spettacolo è ispirato ad una sceneggiatura di Tiziano Sclavi per l’albo a fumetti “Dylan Dog”, il cui testo è tratto dal romanzo di Agatha Christie “Dieci piccoli indiani”, con un chiaro riferimento ai sette vizi capitali dell’Inferno dantesco. L’architettura narrativa prende forma in quella del Castello che accoglie la vicenda, che viene ambientato dalla regia in due modalità. Per la versione estiva all’aperto la struttura a soppalchi in ferro del Parco Ardito Desio assume le sembianze del maniero, mentre nella versione autunnale in teatro, saloni e stanze vengono ricostruite con un’impalcatura scenografica sul palco del Palamostre.
La scelta dell’ambientazione nel quartiere periferico si colloca anche come volontà di portare il teatro in spazi non teatrali e di riportare anche questa arte in una zona della città che un tempo la ospitava, valorizzando la struttura esistente a guisa di scenografia.
Anche in questa proposta è presente la multidisciplinarietà: alle suggestioni delle dinamiche del giallo e delle ambientazioni del gotico letterario, si aggiungono rimandi e citazioni dall’iconografia sacra all’immaginario del cinema espressionista, passando per la Bibbia e l’autocitazione dello sceneggiatore.

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